La Biblioteca Civica “Angelo Mai” apre le porte agli studenti del Liceo Scientifico “Filippo Lussana” di Bergamo, che hanno organizzato, con l’aiuto dell’intera Comunità Scolastica, una mostra su Filippo Lussana, illustre bergamasco, intellettuale eclettico e scienziato vivacissimo, a cui è intitolato il Liceo cittadino, fondato nel 1924.
Una mostra nata affinché Studenti e Cittadini si rivedano in lui, lo ricordino e si ispirino al suo metodo, alla sua memoria e alla sua passione per unire dialetticamente Scienza e Arte.
A cura di Nicolò Ingoglia, Ludovica Longhi e prof.ssa Maria Imparato
Per le SCUOLE:
Per le Scuole, gli studenti del Liceo “F. Lussana” si mettono a disposizione, in qualità di guide esperte, per illustrare ai colleghi di altri Istituti alcuni elementi della produzione scientifica e letteraria di Filippo Lussana.
E’ possibile prenotare le visite guidate per le mattine di mercoledì (12/03 – 19/03 – 26/03), venerdì (14/03 – 21/03 – 28/03) e sabato (15/03 – 22/03 – 29/03), dalle 09:00 alle 12:00. La visita guidata ha una durata prevista di circa 50 minuti.
Per prenotarsi, cliccare QUI; selezionare la data di visita, indicare il turno prescelto e compilare il breve modulo proposto con le informazioni necessarie.
N.B. L’atrio della Biblioteca Civica “A. Mai” può ospitare massimo 20 persone contemporaneamente. Per richiedere informazioni circa la gestione di classi più numerose, prenotarsi e contattare i curatori all’indirizzo
Per il PUBBLICO:
Per il Pubblico, la Mostra è fruibile autonomamente, grazie alla presenza di pannelli illustrativi e didascalie efficaci. Per eventuali domande intorno alle Opere esposte, scrivere ai curatori all’indirizzo .
La domenica mattina (16/03 – 23/03 – 30/03), dalle 10:00 alle 13:00, in contemporanea alle Conferenze (si veda Partecipare alle Conferenze), gli studenti del Liceo “F. Lussana” si mettono a disposizione, in qualità di guide esperte, per illustrare ai Cittadini alcuni elementi della produzione scientifica e letteraria di Filippo Lussana.
Partecipare alle CONFERENZE:
Per gli interessati, sono state organizzate alcune conferenze che approfondiscono la storia e la produzione di Filippo Lussana. Per prenotarsi, cliccare QUI ; selezionare la conferenza desiderata, indicare il numero di partecipanti (max. 6 persone per account) e compilare il breve modulo proposto con le informazioni necessarie.
Programma:
Domenica 09/03 – Ore 10:00
Inaugurazione, saluti delle Autorità e introduzione alla Mostra
Relatori: Ingoglia Nicolò, Longhi Ludovica e prof.ssa Maria Imparato
Domenica 16/03 – Ore 10:00
«Filippo Lussana: il valore delle valli»
Relatore: Prof. Alessandro Porro,
Università degli Studi di Milano
«Filippo Lussana neuroscienziato»
Relatore: Dott. Lorenzo Lorusso,
ASST Lecco – PO Merate (LC)
Domenica 30/03 – Ore 10:00
«La sinestesia: ai confini tra suoni e colori con Filippo Lussana»
Relatori: prof.ssa Caterina Francolini Bianchi e prof. Lorenzo Cornago,
Liceo “F. Lussana”
«Le Carte letterarie di Filippo Lussana»
Relatrice: prof.ssa Maria Imparato,
Liceo “F. Lussana”
Rassegna stampa
Colophon della Mostra
Galleria multimediale
La Lettera a cura di Ludovica Longhi e Nicolò Ingoglia, classe 5N del Liceo Lussana.
Alla Posterità,
a coloro ai quali sono lasciate la risoluzione delle questioni sociali e politiche del secolo nostro, la spiegazione dei concettosi problemi logici moderni e la fruizione di un’arte nuova, colla speranza che il loro ingegno sia grande; a coloro che troveranno negli Antichi la chiave per leggere la Contemporaneità; a coloro che vivranno il Futuro, e ne saranno veri e unici responsabili. Alla Posterità così intesa mi è inevitabile affidare il progresso della Ricerca scientifica.
Con il manifestarsi della mia malattia e lo scemare delle forze fisiche, la mia mente ha dovuto raddoppiare la propria attività, per poter affrontare con pari impegno gli oneri dell’amministrazione comunale, durante le ore diurne, e l’angoscioso pensiero della ormai prossima morte, che mi impedisce di riposare. Riconosco, ora, quei segni che mi indicano di lasciare il posto a chi verrà dopo di me e di scrivere questa lettera. Imperocché è impegno gradito descrivere quanto appreso in vita: onde sia, colla dovuta umiltà, monito e ispirazione per i posteri.
Durante la mia vita di allievo, ho compreso quanto una solidissima base culturale sia necessaria per poter contribuire, con le proprie originali tesi, allo sviluppo delle conoscenze dell’essere umano: la formazione classica mi ha permesso non solo di maturare doti critiche, essenziali per confrontarsi con i colleghi, talvolta con tono acceso e determinato, ma anche quell’impegno e quel rigore che mi furono compagni durante la professione di medico condotto, prima, e di professore universitario, poi.
Sebbene Ovidio, Dante, Michelangelo e altri illustri uomini del Passato mi diedero la possibilità di comprendere l’Uomo, nelle sue più recondite verità, quale è la distinzione tra dolore fisico e morale, ho accettato anche il lavoro di alcuni contemporanei. Ricordo ancora quando presentai al Reverendo Imberti, mio insegnante di Retorica presso il Collegio “Angelo Mai” di Clusone, un tema su “Il Cesare romano e il Cesare austriaco”, in cui citai con fierezza “Le mie prigioni” di Silvio Pellico. Quanto devo aver dato da pensare al Reverendo, che ignorava invece l’oppressione degli Asburgo e la difficile condizione storica di quel tempo…
Oh! quanto è a me caro il pensiero che le mie opere diventino il fondamento del lavoro altrui, o quantomeno delle loro riflessioni: quale dono mi fareste, voi Posteri, se, prendendo un mio scritto, lo commentaste perché in disaccordo; se provaste l’errore di un mio ragionamento; se rivelaste che uno dei miei nuovi enunciati è contraddetto dall’esperienza sensibile, maestra della teoria.
Inoltre, spero possiate accogliere questo suggerimento: instaurate un rapporto dialettico tra il genio artistico e la rigorosa analisi scientifica. Imperocché questo è il metodo per giungere ad una sintesi razionale, cui diamo il nome di “Verità”: intuire con l’Arte, illuminare con gli strumenti della Scienza, perseguire la conoscenza in ogni sua sfaccettatura.
Desidero solo questo: che la Ricerca scientifica, da me tanto amata, praticata e sperimentata, non muoia con me.
E vorrei, nei miei ultimi istanti di vita, sentire ancora l’emozione che ho trovato solo in essa.
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